Radere al suolo una foresta, contaminare un fiume, sottrarre terre ai paesi in via di sviluppo, questi crimini hanno ripercussioni non solo sull’ambiente e sulle comunità presso le quali l’ingiustizia viene perpetuata, bensì sull’intero genere umano. Proprio per questo la Corte penale internazionale (International Criminal Court, Icc) dell’Aia ha annunciato, con una svolta epocale, che perseguirà anche i crimini ambientali, giudicati d’ora in avanti come crimini contro l’umanità, al pari di un genocidio o dei crimini di guerra.

Trai reati ambientali più gravi figura l’accaparramento delle terre. Si tratta, in pratica, della sottrazione delle terre ai paesi in via di sviluppo da parte delle multinazionali straniere, con grandi ricadute sociali. Questo fenomeno affama infatti migliaia di contadini in tutto il mondo, costringendo intere comunità ad abbandonare le proprie terre. Tra i paesi più colpiti da questo fenomeno ci sono Indonesia, Malesia e Papua Nuova Guinea. E proprio un caso di questo fenomeno, avvenuto in Cambogia e che vede coinvolti uomini d’affari ed esponenti del governo, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, facendo procedere l’Icc con indagini e approfondimenti in merito.

L’accaparramento illegale delle terre non sarà l’unico crimine su cui vigilerà l’Icc, saranno anche valutati i casi di sfruttamento dissennato delle risorse naturali, di deforestazione e di costruzione di infrastrutture dall’elevato impatto con la conseguenza che boss e politici complici della distruzione del territorio, colpevoli di radere al suolo le foreste tropicali o di avvelenare le fonti d’acqua potrebbe presto ritrovarsi sotto processo a L’Aia, accanto a criminali di guerra e dittatori.

 

(Fonte: lifegate.it)