Conferenza 2015, ultima fermata clima

Con l’arrivo dei delegati di 193 Paesi e di oltre 150 leader di Stato, Parigi si prepara ad inaugurare COP21, la Conferenza Mondiale sul Clima che sarà ospitata nella capitale francese sino all’11 dicembre prossimo.

In gioco, il futuro del Pianeta: dopo i fallimenti che si sono accumulati da Kyoto ad oggi, Parigi appare come l’ultima possibilità per siglare un accordo globale contro i cambiamenti climatici: senza un obiettivo ambizioso, il surriscaldamento (già in atto) determinerà scenari geopolitici e climatici molto gravi.

Non è una previsione, è una certezza sulla quale la comunità scientifica è ormai unanimemente concorde: dobbiamo mantenere il riscaldamento globale entro i 1,5 gradi centigradi, limite massimo per la sopravvivenza di intere comunità ed ecosistemi.

Guardare con ottimismo ad un accordo è d’obbligo, ma non sarà facile convincere Paesi in via di sviluppo a frenare il ricorso all’utilizzo di combustibili fossili, nel quadro di economie in crescita ma profondamente dipendenti da carbone e petrolio.

L’urgenza è dettata anche dagli ultimi dati raccolti: l’innalzamento delle temperature globali si è attestato sopra 1° rispetto ai livelli pre-industriali e il 2015 è stato l’anno più caldo mai registrato.

Il WWF, attore protagonista nella Conferenza, sostiene giustamente che “la scienza ci dice che dobbiamo agire velocemente sul cambiamento climatico e Parigi è la nostra occasione. Abbiamo bisogno di un piano climatico incisivo in grado di tagliare drasticamente il carbone , promuovere l’energia rinnovabile, fornire il sostegno finanziario promesso e proteggere gli ecosistemi a forte assorbimento di carbonio come le foreste e gli oceani. Solo un’energica azione a Parigi ci potrà aiutare a rispondere a tali esigenze e mantenere il ritmo necessario per evitare un cambiamento climatico fuori controllo e assicurare un futuro sicuro per tutti noi.”

Inoltre, “Un elemento importantissimo saranno i meccanismi finanziari: siamo abituati a considerarli un grande scoglio, ma in realtà il fatto che si debba intervenire in tutti i paesi e si debba aiutare i paesi più vulnerabili ad affrontare i cambiamenti climatici sia dal punto di vista dell’adattamento che tecnologico è ormai assodato. Altra questione importante sarà l’aiuto ai paesi più vulnerabili a raggiungere i propri obiettivi di adattamento. Come WWF proponiamo che ci siano dei meccanismo di aiuto ma con target ben precisi. La novità di Parigi sarà di partire da obiettivi nazionali. Sarà fondamentale mettere in piedi un effettivo e stringente meccanismo di monitoraggio.

E’ necessario ridurre e azzerare le emissioni, ma l’adattamento al danno già fatto è altrettanto necessario, così come è necessario affrontare il tema dei danni subìti dai paesi più vulnerabili. Questo sarà uno degli elementi che consentirà di raggiungere lo scenario migliore, cioè consentirà di creare quel clima di fiducia tra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo dal quale potrebbe scaturire l’accordo. Dopo l’esperienza di Copenaghen sappiamo che il clima di fiducia sarà l’unica cosa che assicurerà un accordo”.

Parigi, 29 novembre 2015 (Fonte: educambiente)